La riforma delle Arpa: dibattito costruttivo Cispel/Arpat

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La riforma delle Arpa: dibattito costruttivo Cispel/Arpat

Il dibattito aperto con Arpat sulla riforma delle agenzie ambientali e sul controllo ambientale è costruttivo, e può essere d'aiuto per lo sviluppo e la crescita dell'intero settore. Il sistema delle imprese ha bisogno di un quadro di regolazione ambientale rigoroso e omogeneo, ma anche chiaro e semplice. Il rispetto delle norme ambientali è fondamentale in un paese civile e verifiche e controlli sono importanti, ma devono basarsi su meccanismi agevoli e non burocratici, sul principio di trasparenza e uguaglianza, ma soprattutto sul presupposto che una impresa agisce correttamente fino a prova contraria. In Italia, purtroppo, spesso non è così: i meccanismi di controllo, e soprattutto di autorizzazione, sono di difficile comprensione, frutto di norme spesso molto complicate; si applicano criteri diversi in zone diverse del paese, si controllano i soggetti per cui il controllo è più agevole (le aziende pubbliche) invece di fare la fatica di controllare davvero chi si comporta in modo illegale, ma è più difficile da trovare.

 Un cattivo sistema di regolazione ambientale è un ostacolo alla competitività: riduce il tasso di attrazione degli investitori, genera costi di gestione impropri, altera il mercato producendo effetti di concorrenza sleale fra chi si comporta bene, e magari è molto controllato, e chi fa cose illecite e sfugge ai controlli.

 Porre alla base del sistema dei controlli “anche” il punto di vista delle imprese, non significa rinunciare al rigore. Significa dotare il Paese di un sistema che ti aiuta e ti accompagna se sei corretto - e fino a prova contrario uno lo è - ed è inflessibile se fai azioni illegali gravi (non errori burocratici).

 Il quadro normativo sta cambiando, in parte in senso positivo. La nuova legge sui reati ambientali va in questo senso (inasprendo le pena, ma evitando l’accanimento burocratico), e la norma sulle Agenzie ambientali deve andare in questa direzione.
 Ecco alcune idee per un sistema di autorizzazioni e controlli moderno ed efficace:
 a) Gli enti di autorizzazione devono essere di dimensioni grandi ed avere tutte le responsabilità (autorizzazioni, Via, pianificazione). In Toscana stiamo andando in questa direzione con la norma che trasferisce i poteri autorizzativi dalle province alla Regione;
 b) I criteri per autorizzazioni e controlli devono essere uguali in tutti i territori, così le Agenzie regionali devono condividere linee guida e criteri e non delegare a livello locale elementi di interpretazione che rischiano di alterare il mercato;
 c) I soggetti deputati al controllo, una quindicina, sono troppi, vanno ridotti e comunque coordinati fra loro. Il lavoro avviato con l’Assessore alla Presidenza Vittorio Bugli nella scorsa legislatura va in questa direzione. Il coordinamento delle agende dei controlli, quando viene una agenzia per un controllo, si coordina con le altre evitando così duplicazioni costose ed inutili nei sopralluoghi;
 d) Deve essere estesa l’area di applicazione sui protocolli per gli autocontrolli condivisi con le agenzie, oggi attivi per esempio nel campo degli scarichi idrici e nei controlli dei fumi dei termovalorizzatori. Imprese strutturate e credibili come le imprese pubbliche possono definire accordi di questo tipo su quasi tutte le attività, anche attraverso percorsi di certificazione, evitando così costi per se stesse e per i controllori;
 e) Deve infine essere applicato sempre il principio per cui di fronte ad un controllo che evidenzia un comportamento non in linea con le norme si possa dare un tempo all’impresa per correggere la distorsione con prescrizioni, come prevede la nuova norma sui reati ambientali, prima di passare alla comunicazione alla Procura della Repubblica. Si risparmierebbero così tempo e risorse, considerato che la maggior parte di queste segnalazioni di reato sono burocratiche e frutto di interpretazioni ed il giudice poi non procede;
 f) In generale le agenzie, dovrebbero basarsi su un approccio meno da “polizia”, e più da strumento pubblico di accompagnamento alle buone pratiche di gestione ambientale, un pezzo del sistema dell’economia regionale che spinge all’innovazione e alla crescita in una logica di collaborazione;
 g) Soprattutto le agenzie devono procedere in modo selettivo ai controlli, individuando le aree di reale criminalità e perseguendo queste anche se si tratta di un lavoro più difficile e meno di routine. Deve essere costruito una specie di rating ambientale delle imprese, e procedere con forza contro la criminalità, concentrando su questa attività risorse e uomini.

 Per fare questo deve cambiare la cultura di autorizzatori e controllori. Le imprese non sono il nemico al cui interno si annida un potenziale criminale ambientale. Le imprese normali vogliono rispettare le norme ambientali ed essere innovative su questo punto. Un approccio diverso di autorizzatori e controllori accompagnato da una robusta semplificazione delle norme e di linee di comportamento che prima ho richiamato renderebbe questo Paese più attraente per gli investimenti, più efficiente e più sostenibile, non meno.

 Alfredo De Girolamo (@degirolamoa)
 Presidente Confservizi Cispel Toscana