Disagio abitativo in Toscana, De Girolamo: “Due miliardi di euro di investimenti per uscire dalla crisi”

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Disagio abitativo in Toscana, De Girolamo: “Due miliardi di euro di investimenti per uscire dalla crisi”

“Il rapporto Abitare in Toscana presentato oggi ci dice chiaramente che la crisi sociale, e dunque abitativa, è peggiorata nel 2019, e a causa del Covid si acuiranno anche i dati relativi al 2020. Aumenta la povertà, il mercato degli affitti non è accessibile, le varie forme di disagio si aggravano. In totale, occorrono circa 2 miliardi di euro nei prossimi sette anni per rispondere alle esigenze della domanda. Le risorse ci sono, la professionalità delle 11 aziende del settore (una per provincia più l’Empolese Valdelsa) anche, ma ci vuole un piano che punti a risolvere un problema sociale e che produca effetti ambientali e di ripresa economica”. Con queste parole Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana, è intervenuto alla presentazione del rapporto “Abitare in Toscana” di Regione e Anci Toscana, per dare il punto di vista delle aziende di edilizia residenziale pubblica, 11 con circa 400 addetti e un valore della produzione di 103 milioni di euro.

“La risposta al disagio abitativo in aumento è rimasta ferma, per quantità e qualità, alla domanda – prosegue De Girolamo – In Toscana mancano 11 mila alloggi ERP per soddisfare la domanda inevasa, e sono circa 22 mila le famiglie in attesa di una casa popolare, un numero che aumenterà ancora a causa della crisi Covid19. Occorre quindi una strategia regionale e nazionale all’altezza della più grande sfida sociale degli ultimi anni. Si rende necessaria una svolta nel settore, approfittando della occasione data dal PNRR e dai Fondi Strutturali 2021-27, nonchè dei nuovi strumenti di garanzia messi in campo durante l’emergenza epidemiologica come il Fondo nazionale di garanzia, BDP, SACE e BEI”.

Le aziende sono pronte, spiega in conclusione De Girolamo: “E’ necessario varare un piano per la realizzazione di nuovi alloggi, 20.000, senza consumo di suolo e ad alta efficienza, intervenendo nelle aree pubbliche dismesse, demolendo e ricostruendo gli edifici a fine vita secondo due schemi: uso di fondo perduto (fondi nazionali, parte del PNRR, Fondi Strutturali) e dei prestiti agevolati (parte di PNRR, CDP/BEI) rafforzando la solidità patrimoniale delle aziende con il conferimento della proprietà delle abitazioni e usando tutti gli strumenti di garanzia. Inoltre, per la manutenzione straordinaria si può ricorrere ai fondi regionali e all’ecobonus del 110%. Abbiamo il know how delle aziende, strumenti di finanziamento e garanzie che non avremo in futuro. È il momento giusto per risolvere la piaga del disagio abitativo in Toscana”, conclude il Presidente dell’Associazione.