Acquisti verdi, tra lacune e potenzialità

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Acquisti verdi, tra lacune e potenzialità

Si è tenuto venerdì, nella Casa dell’Ambiente, il workshop “Utilizzo del compost come pratica di economia circolare”. Nel corso dell’incontro al quale hanno partecipato rappresentanti dei comuni, associazioni e aziende, sono state illustrate le normative in materia di acquisti verdi e i relativi obblighi di legge. Un’occasione di aggiornamento, ma anche un momento di riflessione sulle potenzialità ancora inespresse del Gpp (green public procurement). Per capire l’importanza di ciò che è possibile fare nel settore degli acquisti verdi, va ricordato che la spesa delle pubbliche amministrazioni in beni e servizi nel nostro Paese è di circa 50 milioni di euro l’anno. Una cifra enorme che può essere convogliata nell’alveo della green economy per convertire l’attuale sistema produttivo.

«Per chiudere il cerchio è fondamentale dare uno sbocco ai prodotti della filiera del riciclo, uno dei quali è il compost Terra di Siena di Sienambiente che nasce grazie alla lavorazione delle raccolte differenziata dei rifiuti organici – ha dichiarato il presidente di Sienambiente Alessandro Fabbrini nella sua introduzione al workshop – Il compost è un’ottima alternativa ai concimi di origine chimica e un modo per ridare alla terra ciò che è gli è stato tolto, una filiera circolare completa a cui lo strumento normativo degli acquisti verdi può conferire un’accelerazione. E per questa ragione che abbiamo deciso di dedicare una giornata di formazione e approfondimento all’obbligo dell’adozione dei criteri ambientali minimi negli appalti».

Per Andrea Sbandati, direttore di Confservizi Cispel Toscana, oggi si deve dedicare il massimo impegno nella messa in pratica delle norme esistenti e nel raggiungimento degli obiettivi che vanno declinati in azioni industriali. «Il tema che ci dobbiamo porre come prioritario, è quello di capire come facciamo a raggiungere gli obiettivi europei in tema di materia di riciclo – ha dichiarato Sbandati – Il concetto di economia circolare inserito nello statuto della Regione è un’ottima notizia, ma se non riusciamo a tradurlo anche nella nostra regione in azioni industriali concrete, l’economia circolare rischia di rimanere un concetto astratto».

Secondo il presidente del Cic (Consorzio italiano compostatori), Massimo Centemero, il nostro Paese è all’avanguardia nella produzione di compost, ma serve un passo in avanti. «La normativa sui GPP è ben scritta e può essere un importante volano per dare forza alla filiera di produzione e utilizzo del compost, un prodotto che in Italia è tra i migliori d’Europa – ha spiegato Centemero – Il salto di qualità per l’utilizzo del compost deve però passare attraverso la leva fiscale e da un maggior impegno da parte da parte degli enti istituzionali, in particolare comuni e regioni, nella realizzazione di quanto previsto dalle normative».